Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    18 aprile 2014

    Il Blog di Diego Mosna

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    Vorrei tornare con alcune riflessioni sulla lunga settimana di lavoro che mi ha visto, insieme con i colleghi Consiglieri provinciali, impegnato nella discussione in Aula del disegno di legge di assestamento del bilancio (finanziaria) della Provincia autonoma di Trento per il 2014.

    In sede di votazione conclusiva sul provvedimento ho deciso di esprimere un’astensione, poiché – pur di fronte ai numerosi limiti da me ravvisati e alle mie riserve su diversi aspetti dell’articolato – ho voluto considerare e riconoscere anche alcuni elementi positivi:

    a)   Anzitutto la Giunta e la maggioranza hanno dimostrato, man mano che il dibattito si sviluppava, una crescente disponibilità al confronto con la minoranza e all’introduzione di modifiche migliorative del testo.

    b)  Lo sviluppo della discussione, nelle sue diverse parti, si è svolto in un clima costruttivo, rispettoso dei ruoli di ciascuno, in alcuni frangenti aspro sul piano delle divergenze politiche, ma senza scadimenti sul piano degli attacchi personali.

    c)   All’interno del provvedimento sono contenute alcune misure importanti e condivisibili, prima fra tutte quella relativa al piano di interventi per l’edilizia abitativa agevolata, nonché interventi di riduzione dell’Irap, dell’Irpef e dei tributi locali, seppure limitati. È anche positivo che, grazie all’accoglimento di alcuni emendamenti presentati da esponenti della minoranza, sia stato previsto il coinvolgimento delle competenti Commissioni consiliari e delle parti sociali interessate in ordine all’assunzione di determinate deliberazioni della Giunta provinciale.

    d)  Viene introdotta, all’interno della pubblica amministrazione, la promozione del ricambio generazionale, che comporta la parziale riduzione dell’orario di lavoro di dipendenti vicini all’età pensionabile e l’utilizzo delle somme risparmiate per realizzare il corrispondente accesso di nuovi dipendenti nell’organico delle rispettive amministrazioni.

    Ciò detto, la finanziaria di assestamento, nella sua complessità, sconta a mio avviso alcune rilevanti carenze di coraggio e di visione, che dettaglierei nei seguenti punti:

    1. Mancano misure che segnalino l’individuazione di quali siano le realtà produttive che hanno maggiori prospettive di crescita, e dunque maggiore capacità di creare occupazione e di incrementare il PIL provinciale. Di conseguenza, il sostegno finanziario che la Provincia mette in campo si parcellizza in mille rivoli, anziché venire indirizzato prevalentemente lì dove può avere un effetto moltiplicativo. In particolare, viene a mancare un possibile significativo incentivo a rimanere in Trentino per aziende ad alto contenuto tecnologico, che si stanno trasferendo all’estero. È auspicabile che tale criticità venga affrontata rideterminando la mission di Trentino Sviluppo. In tal senso mi pare condivisibile la direzione tracciata dal Protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma di Trento, le parti sociali ed economiche - siglato il giorno dopo l’approvazione della legge finanziaria di assestamento - concernente Misure per lo sviluppo economico ed il lavoro, lì dove prevede che Trentino Sviluppo si occupi con maggiore incisività di attrazione di investimenti e di creazione di condizioni di contesto che producano un’apertura del nostro tessuto economico.
    2. La riduzione dell’Irap, dell’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef, dei tributi locali avrebbero potuto e dovuto essere più consistenti, se l’obiettivo era quello di utilizzare la leva fiscale per una ripresa della produzione, dei consumi e degli investimenti privati.
    3. Vi sono temi sui quali non si riesce ad andare al di là di approcci ideologici, che nuocciono allo sviluppo del nostro territorio. Stiamo da troppo tempo giocando in difesa la partita della mobilità nei confronti dei territori confinanti, e in particolar modo del Veneto, ripetendo una serie di NO di fronte ai quali gli interlocutori individuano soluzioni alternative, le quali risultano peraltro peggiorative della situazione attuale rispetto all’impatto in determinate zone. A forza di NO – ideologici – al completamento della Valdastico, oggi si profila l’arrivo ai nostri confini orientali di una SuperValsugana a 4 corsie (praticamente un’autostrada), che scaricherà sulla nostra Valsugana una mole di traffico ulteriore rispetto a quanto accade oggi, con tutto ciò che ne consegue in termini di aumento dell’inquinamento, di minore vivibilità, di penalizzazione delle colture, in una valle che continua a non avere risposte. Spero che l’approvazione da parte del Consiglio di un punto del mio ordine del giorno su tale problematica - che impegna la Giunta provinciale ad approfondire e ad intensificare il dialogo con la Regione Veneto, al fine di adottare soluzioni viabilistiche condivise, volte a realizzare un adeguato collegamento viario con la direttrice del Brennero, nel rispetto di principi di sostenibilità ambientale e di riduzione dell’inquinamento e di un significativo contenimento del traffico pesante sulla SS 47, con conseguente positiva incidenza sulla vivibilità delle aree abitate della Valsugana e delle colture agricole ivi praticate – apra quanto meno ad un confronto serio e senza esiti predeterminati.

    Senza il coraggio richiesto dalle questioni ora richiamate, non possiamo individuare un modello di sviluppo, ossia ciò di cui il Trentino oggi ha assolutamente bisogno per non rimanere impreparato e far valere le proprie eccellenze di fronte alle sfide della globalizzazione.

    Vi sono anche alcuni temi che la finanziaria di assestamento non tocca o tocca solo marginalmente, penso alla questione delle scelte in campo energetico allo sviluppo della ricerca scientifica. L’auspicio è quello che di questi temi si possa trattare in provvedimenti specifici, che ci portino ad assumere decisioni all’avanguardia sulle fonti rinnovabili e a implementare percorsi di ricerca che sostengano la crescita socio-economica e culturale del nostro territorio.

    Ascoltando alcuni passaggi del dibattito, ho avuto l’impressione che qualcuno in campagna elettorale abbia fatto promesse senza avere la possibilità di mantenerle. Confesso che ciò mi ha sconcertato e deluso. Cerchiamo, tutti insieme, di recuperare la dimensione etica della politica. Serietà, sobrietà, affidabilità, responsabilità sono i valori che dobbiamo mettere in campo. A tali valori dovremo certamente ispirarci nella radicale riforma del sistema di vitalizi, ma anche nel modo di rapportarci alle istanze e alle aspettative dei cittadini.

     

    Diego Mosna

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