Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    01 aprile 2014

    Il Blog di Diego Mosna

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    Di seguito riporto il mio intervento al convegno tenutosi lunedì 31 marzo al Palazzo della Regione di Piazza Dante riguardo a "Le politiche europee in materia di agricoltura ed energia: le opportunità per le regioni alpine". Relatori gli Onorovoli Herbert Dorfmann, e Antonio Cancian.



    INTRODUZIONE

    L’area Alpina si è andata caratterizzando da tempo per una serie di iniziative volte a esaltarne le peculiarità e le caratteristiche di unicità.
    Vanno in questa direzione, ad esempio, la decisione dell’UNESCO di nominare le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, e la costituzione della relativa Fondazione, ma soprattutto una serie di iniziative tra Istituzioni di diversi Stati afferenti al territorio coperto e limitrofo alle catene montuose, al fine di valorizzare non solo le caratteristiche naturali, ma anche e soprattutto il tessuto urbano e territoriale di queste zone così strettamente connesse tra loro.
    Importante è la Strategia europea macroregionale che è stata oggetto della dichiarazione di Bad Ragaz il 29/6/2012 prima, e il 18 ottobre 2013 poi, a Grenoble, con i rappresentanti delle Regioni e dei sette Stati interessati – oltre all’Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Liechtenstein e Slovenia -, la risoluzione politica per richiedere l’adozione della Strategia dell’Unione Europea per la regione alpina, uno strumento di coordinamento delle politiche e dei fondi nazionali e europei per garantirne la crescita e lo sviluppo sostenibile.
    Nel documento, i firmatari esprimono la loro comune volontà di sostenere l’iniziativa, raccomandando al Consiglio Europeo di approvarla e, successivamente, di richiedere alla Commissione Europea di avviare il processo di elaborazione della Strategia e del Piano d'Azione, in modo che questi testi vengano adottati durante la Presidenza italiana del Consiglio Europeo nel 2014.
    Le Regioni sono, pertanto, convinte che l’azione comune e l’adozione di progetti e misure concertati in ambiti specifici possano offrire un netto vantaggio rispetto a soluzioni nazionali. Ciò vale in particolare per i seguenti settori:

    – Competitività e Innovazione,

    – Acqua, Energia, Ambiente e Clima,

    – Accessibilità, Mezzi di comunicazione e Trasporti.

    Una strategia europea macroregionale per lo spazio alpino deve costituire un primo passo verso un’Europa che sappia coniugare economia ed ecologia, tradizione e creatività, patria e cosmopolitismo, libertà e sicurezza, mercato e stato, efficienza amministrativa e ampio coinvolgimento dei cittadini.
    Uno dei punti cardine è convertire il sistema energetico per sfruttare le energie rinnovabili: in Germania e in Svizzera il passaggio a fonti energetiche alternative può avvenire solo grazie a progetti transfrontalieri per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’energia. Le condizioni favorevoli offerte dallo spazio alpino per la produzione e lo stoccaggio di energie rinnovabili, in particolare da fonti quali acqua e legname, devono essere sfruttate in maniera più efficace e sostenibile sulla base di una politica concertata al fine di trasformare lo spazio alpino nella “batteria dell’Europa”.
    Una collaborazione transnazionale focalizzata sull’innovazione e sullo scambio di conoscenze, nella valorizzazione di brand territoriali, è una grande opportunità di potenziamento e rilancio di intere filiere produttive, anche in ottica di attrattività dei territori e di valorizzazione dell’immagine a livello globale.
    In seguito alla catastrofe di Fukushima, nel 2011 la Germania e la Svizzera hanno deciso di rinunciare all’energia nucleare. Ciò comporterà la conversione dell’approvvigionamento energetico in gran parte dello spazio alpino in tempi stretti con conseguenze per tutti i partner circostanti. Tra i compiti principali rientrano il potenziamento delle reti, lo stoccaggio e la garanzia di un approvvigionamento energetico equilibrato per la popolazione.

    GRENOBLE: FIRMATA LA RISOLUZIONE PER LA MACROREGIONE ALPINA

    E’ stata firmata a Grenoble, la risoluzione politica sulla Strategia alpina con cui Italia, Austria, Francia, Germania, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera ufficializzano l’impegno a introdurre nell’area alpina uno strumento di concreto impulso alla crescita e alla competitività. Presenti insieme al ministro degli Esteri, Emma Bonino, e ai colleghi dei paesi d’oltralpe, anche i governatori delle regioni interessate, Roberto Maroni, (Lombardia), Roberto Cota (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto).
    I tre punti cardine sui quali si svilupperà la strategia sono:
    1-assicurare la crescita, la competitività e l’innovazione, tramite il consolidamento e la diversificazione di attività economiche specifiche;
    2-promuovere un’organizzazione territoriale focalizzata su politiche di mobilità ecologica e di sviluppo dei servizi e delle infrastrutture di comunicazione;
    3-preservare la biodiversità e le aree naturali, promuovendo la gestione sostenibile dell’energia e delle risorse naturali.

    L’accordo che è stato firmato a Grenoble dalle regioni degli stati nazionali che rientrano geograficamente nell’area delle Alpi (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera) (l’Italia è rappresentata dalla Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, le Province di Trento e Bolzano) per la nascita di una MACROREGIONE ALPINA è una cosa interessante, nella volontà di individuare politiche comuni e “modi di essere” di “riconoscersi” al di fuori dei tradizionali Stati e delle stesse regioni.
    Lo scopo dell’accordo, è prettamente pratico: creare uno strumento unico di coordinamento delle politiche e dei fondi transnazionali, per garantire crescita, equità e sviluppo sostenibile nei territori che tutti appartengono all’Arco Alpino, inteso come grande varietà di luoghi e di culture dove i paesaggi naturali sono in primis caratterizzati dalla presenza delle catene montuose, dal riconoscersi tra loro, geomorfologicamente, storicamente, nei modi di vita, in un ambito caratterizzato dalla presenza delle montagna, di un’unica catena montuosa che da Genova arriva fin nei pressi di Vienna.

    COLLABORAZIONE TRENTO-BOLZANO

    In questo contesto le province di Trento e Bolzano da sempre costituiscono un ponte tra culture ed esperienze differenti, e negli ultimi anni hanno sviluppato una particolare sensibilità nello sviluppo di iniziative legate alle energie rinnovabili.
    E’ storia la larga diffusione dell’idroelettrico, mentre più recenti sono le iniziative legate a fotovoltaico, centrali a biomassa, efficienza energetica. In particolare l’esperienza dell’ Agenzia Casaclima ha sviluppato un indotto fiorente di imprese di costruzione e professionisti altamente qualificati che si sono distinti presto nel reso d’Italia (piace ricordare a tal proposito gli ottimi risultati legati alla ricostruzione dopo il terremoto de L’Aquila da parte delle ditte trentine ed altoatesine).
    Vorrei oggi presentare brevemente un interessante esempio di sinergia imprenditoriale tra Trentino e Alto Adige, costituito dall’esperienza Ecoprogetto Milano, società nata dalla partnership tra società delle due Province al fine di realizzare una importante infrastruttura in grado di assolvere ad un bisogno (valorizzazione dei rifiuti) con la produzione di energia rinnovabile.
    Le società coinvolte hanno messo in comune le rispettive competenze e know-how in campo tecnologico, imprenditoriale e finanziario, dando vita ad una realizzazione di successo per tempistiche di realizzazione e dimensioni dell’operazione, in un contesto complesso come quello attuale.
    Tale iniziativa è un interessante esempio di cooperazione, che potrebbe essere ulteriormente replicato. L’obiettivo deve essere mettere a fattor comune iniziative imprenditoriali della regione (o macroregione se si volessero includere anche Tirolo e parte di Veneto e Lombardia) soprattutto nel campo della produzione di energia elettrica rinnovabile (idroelettrico, biomasse e biogas ecc.), creando aggregazioni imprenditoriali forti e qualificate, in grado di raccogliere investimenti dai privati in un momento di forte crisi per le finanze pubbliche, funzionali allo sviluppo sostenibile del territorio, divenendo leader di mercato nel settore.
    Si devono unire almeno Trentini e Sudtirolesi (pubblici e privati) in iniziative imprenditoriali importanti (ad esempio creare un campione nazionale dell’energia unendo Dolomiti Energia, Sel e AEC). Lo stesso può valere in altri settori come Ambiente, efficienza energetica ecc, allargando la partecipazione eventualmente ad altri players delle regioni limitrofe, allargando il mercato potenziale e rafforzando la compagine.

    ECOPROGETTO MILANO

    L’impianto di Albarirate si trova in provincia di Milano, nella zona Sud-Ovest a soli 15km dal capoluogo Lombardo. Realizzato dalla società Ladurner di Bolzano, grazie alla compartecipazione di una serie di soci Trentini che hanno acquistato il 55% della società di scopo, è stato oggetto di una importante operazione di revamping, che ha consentito di raddoppiare la potenzialità dell’impianto e di produrre 2 MWe di energia totalmente rinnovabile, con un investimento di 16 M€.
    Questa operazione rappresenta un ottimale esempio di sinergia imprenditoriale in un campo, quello delle energie rinnovabili, con particolare focus sul recupero energetico dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che costituisce una nicchia importante, in quanto risponde ad un problema largamente diffuso non solo in Italia ma in larga parte d’Europa (e non solo).
    Ad un partner con accertate competenze ed eccellenze tecniche e gestionali infatti, si sono affiancati imprenditori e finanziatori in grado di rendere l’operazione finanziabile in tempi rapidissimi dato l’attuale contesto economico, così da poter partire con la realizzazione dell’opera in tempi rapidissimi (da Marzo a Dicembre 2013), in modo tale da riuscire ad accedere agli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili senza incorrere in penalità di alcun genere.
    L’impianto è oggi in fase di avviamento, perfettamente in linea con le previste tempistiche e con gli obiettivi indicati.
    Tale operazione può essere quindi considerata come un interessante case history di successo, e presentato come modello di cooperazione tra territori della zona Alpina da ripetere anche in altri contesti, ed in particolare di come società “vicine di casa”, dotate di competenze e interessi sinergici, possano e debbano cooperare per moltiplicare le occasioni di crescita dei propri territori.

     

    Diego Mosna

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