Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    15 ottobre 2013

    Il Blog di Diego Mosna

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    La pop star Renzi, come è stato definito dalla stampa, è giunta a Trento e, oltre a cantare la solita canzone che col Trentino c'entra come i cavoli a merenda e aver dato una sviolinatina opportunista alla nostra Autonomia (o Matteo, ma te tu non eri contrario alle speciali?) sarebbe riuscito a rilanciare le truppe stanche e litigiose del Pd. Alla faccia dell'autonomia! Doveva venire il leaderone nazionale a mettere d'accordo i pidiessini di quassù che, nel giro di poco, sono riusciti a far fuori il loro presidente della Pat, a perdere le primarie che hanno imposto, a spaccarsi sul capolista, a dividersi anche qui in renziani, antirenziani e tutto il resto.  E dopo anni e anni di botte, insulti e trabocchetti, il sindaco di Firenze sarebbe riuscito a unificarli. Un miracolo! Mi chiedo allora perché non l'hanno chiamata prima la star fiorentina. Affari loro.
    Mi limito però a constatare che, da quanto leggo sui giornali, stanno ancora litigando, pur avendo un capolista, su chi dovrà fare il vicepresidente. Malattia, questa, che, a quanto pare, si è facilmente diffusa al Patt visto che gli ex autonomisti stanno litigando, più modestamente, per gli assessorati. Insomma, Renzi o non Renzi, siamo sempre ai luminosi esempi di compattezza. E se si scontrano già prima delle apertura delle urne immaginate cosa farebbero, se malauguratamente dovessero vincere, dopo. Avremmo un governo dalla ferrea compattezza, pronto ad affrontare la crisi con le idee chiare, come hanno dimostrato in queste settimane di campagna elettorale dove si sono rimangiati buona parte delle scelte ritenute strategiche, dall'incorporazione di Trentino marketing in Trentino sviluppo a Metroland eccetera, eccetera.
    Nella sala della cooperazione che ha ospitato Renzi mancava Ugo Rossi. Assenza più che giustificata, altrimenti avrebbe dovuto spiegare come mai, poco più di un anno fa, ribattendo a Renzi che ebbe la cortesia di chiedere la radicale abolizione delle autonomie speciali, disse che "Renzi e' la dimostrazione che i trentini non possono rincorrere modelli nazionali nella speranza di trovare la salvezza ai mali dell'Italia". Sul fatto che nei modelli nazionali non si possano trovare soluzioni per l'Italia non c'è ombra di dubbio, visto che ne sono la causa, ma tantomeno possono esserlo per il Trentino. Eppure il centro sinistra fa esattamente questo: al punto che sembra esistere, come coalizione, solo se arriva il big nazionale di turno. E, a quanto pare, il prossimo di turno sarà D'Alema.
    Noi alla luce di queste sceneggiate vediamo rafforzarsi un unico convincimento: la nostra e' la strada giusta. Una strada fatta anche di lavoro umile tra la nostra gente che, in questi giorni, abbiamo raggiunto ovunque. Per noi la politica e' servizio, e il lavoro al servizio dell'autonomia la massima ambizione. Noi - e questo dev'essere un imperativo! - non trasformiamo la nostra posizione a livello locale in una rampa di lancio sulla scena nazionale. Anche su questo siamo lontanissimi da Renzi, tanto amante delle autonomie che, prima della sua Firenze, viene la corsa alla segreteria del Pd avendo sullo sfondo la poltrona di premier. Auguri, noi restiamo qui a lavorare per dimostrargli, nel prossimo futuro, che, come ha detto lui nella sala della cooperazione, possiamo diventare un esempio per il Paese. E allora, come dovrebbe essere, sarà lui a chiamarci a Firenze o a Roma non a fare le star, cosa che non ci interessa, ma ad insegnare che anche per l'Italia, c'è una strada diversa da quella della consunta partitocrazia nazionale.

    Diego Mosna

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