Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    11 maggio 2016

    Il Blog di Diego Mosna

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    Il quotidiano “l’Adige” nell’edizione odierna racconta a pagina 49, con un richiamo anche in prima pagina, la bella storia (sportiva ed umana) di Roberto Festi. Si tratta di uno dei tanti giovani che in questi ultimi anni Trentino Volley ha cresciuto nel suo settore giovanile e poi lanciato nell’olimpo della Serie A.
    Cavuto, Buzzelli, Leonardi, Morelli, Polo, Fedrizzi, oltre ovviamente a Giannelli, Lanza, De Angelis e Nelli; l’elenco da comporre sarebbe lunghissimo e si rischierebbe di dimenticare sicuramente qualcuno tenendo conto che il primo giovane (Antonio De Paola) fu lanciato in prima squadra nel massimo campionato nazionale addirittura dieci anni fa (2006). Fra tutte, però, quella di Roberto Festi, che da tre stagioni gioca regolarmente in Serie A2 e che attualmente è impegnato con Sora nella Finale Play Off Promozione, è forse fra le storie più particolari, simpatiche ma anche eloquenti per spiegare cosa è stata, cosa sia e cosa sarà Trentino Volley per il territorio e che valore abbia nella formazione non solo di talenti ma anche di uomini.
    A poco più di quattordici anni Roberto era stato notato da un nostro tecnico, Matteo Zingaro (da oltre dieci negli organico come responsabile del settore reclutamento e ideatore di BIG Camp e BIG School), per i suoi ottimi mezzi fisici; la richiesta di entrare a far parte del nostro settore giovanile è quindi arrivata in maniera consequenziale con un piccolo grande problema con cui rapportarsi costantemente: la distanza da percorrere ogni giorno. Festi, è infatti originario di Por – una paesino sopra di 140 abitanti sopra Pieve di Bono - e per allenarsi doveva coprire ogni giorno in corriera centoventi chilometri uscendo di casa alle otto di mattina e rientrandovi solo alle dieci dopo l’allenamento o la partita. Nonostante l’oggettiva difficoltà, l’entusiasmo trasmessogli dai nostri tecnici, la serietà del progetto e le regole (sportive ma anche di vita) decise lo hanno convinto a mettersi in gioco, ad effettuare questa scommessa che è risultata poi nel tempo vincente; pochi anni dopo, dopo aver percorso tutta la trafila con le varie Under 16, Under 18, Under 19 per lui si sono aperte le porte della Serie A cambiandogli completamente la prospettiva: da possibile falegname (mansione che probabilmente avrebbe svolto a Por) a giocatore vincente ed ammirato da tante Società italiane. Il passo sembra essere lunghissimo, invece può essere considerato tutto sommato corto avendo alle spalle buona volontà, il giusto carattere e un Club che creda nelle sue potenzialità.
    Dopo questa breve premessa, Vi invito quindi a leggere l’intera intervista (la trovate anche nella rassegna stampa del sito www.trentinovolley.it): sono sicuro che vi emozionerà e vi riempirà d’orgoglio. Una doppia sensazione, fortissima, che ho provato in particolare nel passaggio in cui Roberto dice di dover tutto al suo allenatore e a Trentino Volley. La spontanea e riconosciuta gratitudine di un ragazzo cresciuto con noi, a cui abbiamo offerto l’opportunità di sviluppare la sua passione, per me vale ancora più di qualsiasi vittoria sul campo.

     

    Diego Mosna

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