Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    14 ottobre 2013

    Il Blog di Diego Mosna

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    Stiamo affermando a gran voce da un paio di mesi che la famiglia deve tornare a rappresentare la forza della nostra comunità. La nostra pubblicità mobile sta raggiungendo veloce tutte le valli del nostro Trentino, diffondendo  un richiamo sferzante su questo tema. Tema complesso, sul quale ho sentito vari commenti, anche in merito alle nostre proposte programmatiche. Allora lasciatemi riordinare le idee, e concedetemi anche qualche riga in piu’ del solito in questo Blog: ne vale la pena.

    La Famiglia è la prima forma di socialità: nessun dubbio sul fatto che sia lo specchio di una società che cambia.

    Mentre un tempo essa rappresentava una meta e un progetto di vita, in particolare per le donne, oggi i modelli e le aspirazioni si sono diversificati, sotto la spinta di diversi fattori.  Per questo motivo, oggi si può parlare di Famiglie al plurale, rappresentando in questo modo le differenti situazioni che si riscontrano e che ricomprendono, in aggiunta alla forma tradizionale, anche altre modelli (es. famiglie monoparentali, famiglie ricostituite, ecc.).

    Le Famiglie vivono una situazione di oggettiva difficoltà. Da un lato pressioni interne, relative alla suddivisione dei ruoli e alla condivisione dell’impegno di cura, che ricade in misura decisamente maggiore sulle donne, anche quelle occupate, generando insoddisfazione e situazioni conflittuali.

    Dall’altra, un sistema di welfare anacronistico e insufficiente a dare risposta alle esigenze delle Famiglie stesse, costrette a inventare soluzioni estemporanee per affrontare le necessità quotidiane, spesso contando su forme di solidarietà intergenerazionale – i nonni, tanto per intenderci -  difficilmente proponibili in futuro, anche a causa della riforma pensionistica. Di fronte a questa situazione, spesso le donne sono costrette a “scegliere” tra realizzazione professionale e maternità, specialmente in quei settori (es. il mondo delle libere professioni), scarsamente tutelati da questo punto di vista. Ecco allora l’incremento della conflittualità nella coppia e l’attuazione di forme di diseguaglianza.

    Il risultato complessivo di tutto ciò è anche una popolazione che invecchia rapidamente, sia per il positivo fenomeno dell’aumento della speranza di vita, sia per la scarsa natalità. Un modello che non è sostenibile nemmeno sul piano economico.

    Come la politica potrà aiutare concretamente le Famiglie, riconoscendone anche il prezioso valore in termini individuali e sociali? Pur senza alcuna pretesa di soluzioni esaustive, pensiamo come coalizione  che ci sia la possibilità di realizzare alcuni interventi:

    • Innanzitutto con una revisione dei parametri utilizzati per la determinazione del carico fiscale (a livello provinciale), a partire dall’ICEF, al fine di rendere più equo il sistema nel suo complesso;
    • In secondo luogo l’adozione di “politiche dei tempi”, dirette ad armonizzare le diverse esigenze delle persone con quelle delle organizzazioni, degli esercizi commerciali, dei trasporti, ecc..;
    • Lavorare sul piano educativo e culturale per sensibilizzare le persone, i giovani in particolare, alla necessità di costruire relazioni di coppia paritarie e collaborative, incentrate sulla condivisione dei ruoli, anche al fine di prevenire il drammatico fenomeno della violenza contro le donne;
    • Investire nella SCUOLA (e qui torniamo all’altro solido fondamento del nostro programma) e nella formazione, nella consapevolezza che essa rappresenta un’agenzia educativa necessaria e complementare alla Famiglia. Sono molto colpito dal fatto che molti operatori scolastici mi dicano: “guardi che i nostri problemi grossi in questo momento non vengono dalla didattica o dalle risorse finanziarie: vengono dalle famiglie dei ragazzi…….”
    • Un’attenzione particolare va riservata alle situazioni dei genitori separati, che vivono spesso, oltre alla difficoltà, materiali e psicologiche, di affrontare un nuovo percorso di vita, anche il dramma di condizioni economiche insostenibili;
    • Su un altro fronte, non meno importante, le famiglie numerose, per le quali andrebbero ripensati /rafforzati strumenti di agevolazione, quali ad es. il contenimento delle tariffe dei servizi pubblici.

    In tutto questo quadro, tuttavia, non si devono trascurare le politiche per lo sviluppo e occupazionali: l’attuale congiuntura, infatti, rischia di far scricchiolare ancora di più le Famiglie, esposte alle fragilità dell’incertezza economica e conseguentemente sociale, con ovvi riflessi su tutti i componenti del nucleo. Da questo punto di vista, lavorare sul fronte delle politiche del LAVORO significa operare, in maniera indiretta, ma al tempo stesso cruciale, a favore della società e delle Famiglie in particolare.

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