Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    29 marzo 2016

    Il Blog di Diego Mosna

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    La situazione dell’Europa nel contesto internazionale diventa giorno dopo giorno sempre più instabile e delicata. Gli attentati degli ultimi mesi hanno fatto piombare tutto l’Occidente in un clima di insicurezza e di paura. Il Vecchio Continente si è accorto tardi, troppo tardi, di avere non fuori dai propri confini ma all’interno, nei palazzi delle nostre capitali, cellule terroristiche e nemici che le ondate migratorie del passato (recente e non) e del presente hanno di fatto alimentato in maniera subdola e silenziosa.
    Durante questi ultimi mesi ho letto e sentito pareri illustri di ogni tipo, ma ho notato la totale assenza, da parte della classe politica, di una presa di posizione netta e precisa sull’argomento; chi governa l’Europa e le singole Nazioni da una lato non riesce ad esprimere posizioni condivise e chiare sull’argomento e dall’altro, forse per questioni di comodo, non ha mai infatti detto con chiarezza come stiano realmente le cose.
    Esprimo allora in prima persona, nel mio piccolo, il mio pensiero perché trovo insopportabile che nessuno abbia veramente il coraggio di dire le cose apertamente. In questi giorni sui Social Network ci si scandalizza per tanti motivi (anche il massacro di agnelli per Pasqua) ma poi non si ha adeguata attenzione su mostruosi crimini umani ben peggiori, come ad esempio la recente e dolorosissima strage di bambini e mamme in un parco giochi di Lahore, in Pakistan.
    Quella che stiamo mettendo in atto in Europa è una democrazia troppo accondiscendente, senza scelte chiare sulla politica estera e sulla sicurezza comune, troppo tesa al rispetto delle necessità di chiunque chieda ospitalità e soprattutto troppo costosa in termini di vite umane. Tutto parte probabilmente dall’annoso problema dei profughi, rispetto ai quali come Europa dovremmo favorire in maniera decisa, chiara e unitaria le condizioni perchè possano rimanere nei loro paesi di origine. Operazione che ha certamente maggiore efficacia rispetto ad accettare il loro arrivo in Europa. L’idea è di creare un fondo sociale europeo che aiuti, attraverso una commissione centralizzata, queste popolazioni in loco offrendo loro sussidi, ma soprattutto aiutandoli a riqualificare la loro terra d’origine con la creazione di infrastrutture, case e scuole. In questo modo si limiterebbero di molto i cosiddetti “viaggi della speranza”, che spesso costano la vita prima di tutto alle fasce della popolazione più deboli (donne e bambini su tutti), e soprattutto si toglierebbero quelle situazioni di degrado sociale che vedono troppo spesso gli immigrati costretti a rinfoltire le fila della criminalità locale - quasi unica loro speranza per potersi procurare un minimo reddito.
    Il mio, si badi bene, non è assolutamente un discorso basato sull’etnia, ma sul tipo di cultura e mentalità; non sono mai stato razzista e non lo sarò mai, ma non credo di dire una sciocchezza se evidenzio come la mentalità occidentale sia molto distante da quella musulmana ed orientale. Tradizioni, religione e modo di vivere sono profondamenti differenti e tali resteranno nonostante tutti i tentativi di integrazione.

     

    Diego Mosna

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