Il Blog di Diego Mosna
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Lasciatemi guardare alla serata di ieri con l’occhio del cittadino che osserva con attenzione le vicende del suo territorio.
Bene, vedo un caleidoscopio di elementi apparentemente scollegati tra loro, ma che in realtà mi portano ad una conclusione univoca: cambiare si può, sposando umiltà e buon senso con l’organizzazione intelligente e la tenacia.
Una squadra vincente, nell’estate, dopo quattro anni di ciclo entusiasmante, deve ridimensionare il suo budget. Responsabilità aziendale e prudenza portano a rinunciare temporaneamente ad alcuni pezzi pregiati. I tifosi soffrono la scelta, molti capiscono, qualcun altro meno. Normale, è la vita. Si deve interrompere la continuità di molti legami affettivi e passionali tra la città e la sua squadra del cuore. Shock. Si deve guardare con lucidità alla situazione, e ricostruire. Il dubbio serpeggia: torneremo mai come prima? E’ stato fatto tutto il possibile? Perché rompere un giocattolo perfetto, che ha portato Trento nel mondo, attraverso una società modello di sport e gestione. Delusione. Preoccupazione.
Poi la ripartenza: pezzo su pezzo, prende forma una squadra “operaia” (si dice così?), anche con molti atleti del vivaio trentino e le non-stelle: giocatori validissimi, qualcuno nel giro della propria nazionale, pochi da copertina. Struttura più snella, risorse nuove, una buona organizzazione a fare da collante e una fervida voglia di vincere. La sfida è lanciata, il cambiamento è servito, con coraggio e raziocinio. Ed è vittoria entusiasmante, alla prima occasione, contro l’avversario storico: una squadra in cui i singoli sono il top delle rispettive nazionali.
La vittoria di ieri è un messaggio di speranza che voglio confermare ed inviare con forza a tutti i trentini. Cambiare spaventa, ma si può e si deve. Talvolta la continuità con il passato non è sostenibile, e nemmeno è in grado di liberare le necessarie energie dei singoli e della collettività.
Non abbiate timore. Guardiamo avanti con decisione e fiducia, e facciamoci guidare dai nostri esempi migliori.
Diego Mosna
Otto lorenz Il: 13 ottobre 2013 alle 16:49:10Rispondi
Gestisco un hotel 4 stelle appena aperto a Vigo di Fassa. Abbiamo deciso di proseguire la stagione al 3 novembre nella convinzione che sia possibile acquisire un poco di della clientela, - anche Trentina -, che frequenta fuori stagione gli hotels delle Valli Sudtirolesi. Ovviamente non ci sono grandi numeri, ma l'inizio è promettente. Nel mese di ottobre abbiamo comunque deciso di ridurre il numero dei dipendenti e di trasformare un contratto di una addetta alla reception da tempo pieno a part time. Il nuovo compenso per il contratto part-time (4 ore al pomeriggio) sarebbe stato di € 900,00-950 mensili. La dipendente ha rifiutato dicendo che non le conveniva: poteva incassare gli stessi soldi mettendosi in disoccupazione e standosene a casa!
Tutto questo è uno schifo!! Ho debiti per 4 milione e mezzo di € che finirò di pagare quando avrò finito di vivere, ho distribuito alle ditte ed imprese locali oltre 6 milioni mezzo di Euro, dò lavoro a 15-17 dipendenti. Nel mio piccolo rischio e cerco di creare ricchezza per tutto il territorio. Ma E poi si trovano queste situazioni che ti fanno sentire un imbecille. Chiedo al candidato Presidente che qualora eletto si faccia carico di modificare queste norme.
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