Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    19 settembre 2013

    Il Blog di Diego Mosna

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    Alcune riflessioni su e attorno all’editoriale del direttore dell’Adige che ha accompagnato il dibattito tra me e Rossi. Vero, anzi verissimo, il mio obiettivo è quello di cambiare le cose, perché le cose sono cambiate e continuano a cambiare, e voglio farlo nei tempi della realtà, quella che vivono le persone normali. Per questo ho detto “cambierò le cose come si fa in un’azienda”. Perché (al di là della mia esperienza di imprenditore) penso che sia indispensabile portare nella politica la concretezza della vita reale.

    Diamo un’occhiata alle pagine politiche dei giornali: sono zeppe di questioni tutte interne al mondo della politica, mentre di ciò che si vuole e si deve fare per migliorare il presente e il futuro della nostra gente si parla poco, pochissimo. Per questo mi chiedo: perché le donne che devono conciliare famiglia e lavoro, i lavoratori che lottano per fare quadrare i conti familiari, i giovani che vedono messo in forse il più grande dei diritti, quello di avere un futuro, gli artigiani e gli imprenditori alle prese con la crisi, dovrebbero interessarsi della politica? E’ per cercare di dare una risposta a loro che ho fatto la scelta di candidarmi. Ma non per questo, come è stato scritto, penso di governare il Trentino come un’azienda. Mi rendo perfettamente conto che guidare una comunità è un’altra cosa ma è altrettanto vero che la politica va riportata al senso delle cose, anzi al buon senso delle priorità e del non promettere tutto a tutti. Quello stesso “senso delle cose” che deve accompagnare le idee, i valori che rappresentano il cuore e il fascino della politica.

    Non ho un mio partito, una mia lista. E questa è stata una mia scelta che ho fatto proprio perché voglio essere il rappresentante di tutte le liste e di tutti i partiti che mi sostengono. Scelta che, nei fatti, si sta dimostrando tutt’altro che una debolezza perché rende più libero me e chi mi sostiene. Sono parte di un progetto politico e non il “patron” di questo movimento. Movimento che, proprio perché parte da una base sociale concreta e viva, va oltre la mia presenza e continuerà nel tempo, quindi ben oltre il 28 ottobre. Mi pare che possa bastare.  Questo per dire e confermare che con Berlusconi sento di non aver proprio nulla da spartire.

    Per quel che riguarda la mia – nostra squadra, è ben altro che un “sottobosco”. Mi sembra invece che assomigli ad una foresta rigogliosa: variegata, energica, che è cresciuta e cresce giorno dopo giorno. Ci sono persone che si affacciano alla politica per la prima volta, altri di grande esperienza,  e Silvano Grisenti è uno di loro (e sottolineo: non è perfetto, come non lo è nessuno di noi, ma si contraddistingue per una caratteristica non banale: ha accettato la legalità di una sentenza, e ne accetterà le conseguenze fino in fondo, vale a dire fino alle eventuali dimissioni). In questo equilibrio sta la nostra forza.  Seminare il nuovo non fa rima con rottamazione indiscriminata: il miglior risultato, e soprattutto il piu’ rapido, ha bisogno di carpire le migliori esperienze di chi si è cimentato nell’operatività quotidiana, e di innestare parallelamente su tali esperienze i germi del cambiamento di mentalità, stili, contenuti e progettualità.

    Civiche per il Trentino rappresenta una forza serena. Perché vogliamo cambiare il Trentino responsabilmente. Guidare un processo di svolta della nostra terra senza salti nel buio, con mano sicura e testa sulle spalle.

    Per questo io non posso aver detto, come mi è stato attribuito, che voglio liquidare Informatica Trentina. Io non voglio liquidare nulla, anzi. Voglio migliorare l’apparato pubblico e le società pubbliche proprio per garantirne il futuro che è messo a rischio dalla contrazione delle risorse pubbliche. Sono, questo ho detto per Informatica Trentina e che vale più in generale per tutto il comparto delle partecipazioni pubbliche, per una riorganizzazione complessiva, al fine di garantire l’occupazione e una prospettiva di crescita.

    Diego Mosna

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