Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    27 febbraio 2014

    Il Blog di Diego Mosna

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    L’indignazione su questa vicenda dei vitalizi, e degli anticipi dei vitalizi, è ovvia e va dato merito al Movimento 5 Stelle di averla sollevata. Da parte mia mi limito ad aggiungere alcune considerazioni che faccio solo oggi, quindi non a botta calda, perché ho voluto capire meglio. Anche perché mi accorgo che qui dentro, per chi come me è arrivato da poco, non è semplice comprendere quanto pesi un passato che, dal punto di vista delle indennità e quindi dei vitalizi, non esito a definire folle. Questa storia è il frutto di un sistema perverso che ha inevitabilmente prodotto una perversione come questa “restituzione” dei contributi rivalutati come l’oro. Perversione alla quale si è cercato di porre rimedio, vero, ma non nel modo chiaro che i tempi esigono. Si è arrivati ad un compromesso (e mi rendo conto che la politica è compromesso) che alla fine s’è rivelato un boomerang caduto non solo sulla testa dei “politici” ma, ahimè, ahinoi, ahitutti, sulle istituzioni. Un’ulteriore spinta alla gente a stare lontana dalla politica, il che (lo dimostrano le percentuali di astensionismo) equivale ad un esproprio del bene più grande, la democrazia.

    Ed è a partire dal fatto che dobbiamo difendere, con i nostri atti, le istituzioni che dobbiamo mettere in campo una nuova riforma che tolga anche quel residuo di vitalizio, gli 800 euro lordi dopo 5 anni, e cancelli per il futuro ogni sospetto, ogni “furbata”. Insomma, dobbiamo fare un percorso legislativo trasversale e trasparente. Ma questa vicenda va inserita in un quadro più ampio: il sempre più grande divario della forbice tra gli stipendi, le indennità, le prebende, di chi occupa posizioni dirigenziali e chi sta più in basso. Un processo che è venuto avanti negli ultimi 30 anni e che scardina un concetto base: il rapporto tra responsabilità e stipendio. E’ questo un tema generale, al quale la politica deve dare una risposta prima di tutto con l’esempio. Per questo, ribatto ai soliti soloni, che se vitalizi, megaliquidazioni, indennità fanno scandalo ultragiustamente in politica, non vanno dimenticate anche le rendite di posizione (quindi anche economiche) di certi vertici delle categorie. Di quelli che prima fanno accordi elettorali, fiutando il vincente, e poi chiamano il popolo alla rivolta contro la “casta”.

    Concludo ricordando che quassù non ci possiamo più permettere errori. Non dobbiamo più fornire armi ai nemici dell’Autonomia. E questo lo devono capire tutti. Anche i nostri cugini sudtirolesi, che per troppo tempo si sono sentiti al riparo.

     

    Diego Mosna

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