Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    17 agosto 2013

    Il Blog di Diego Mosna

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    Con riferimento agli articoli pubblicati sull’Adige in data 13/08/2013 e 17/08/2013, desidero puntualizzare quanto segue.

    I testi rappresentano un resoconto mirante ad una cronistoria dagli inizi della mia carriera, rivolto a coprire piu’ di quarant’anni (!) di attività imprenditoriali; nel far questo, inevitabilmente, pur poggiando su documenti ufficiali e reperibili pubblicamente, cadono in varie imprecisioni. Se da un lato posso comprendere giornalisticamente la propensione alla ricerca della “notizia”, radiografando vizi e virtu’ del sottoscritto, dall’altro non condivido il metodo dello spezzatino di numeri e fatti. Questo approccio è pericoloso in generale per la qualità dell’informazione, a maggior ragione se applicato  ad un gruppo complesso come Diatec, che opera in molti paesi nel mondo ed è cresciuto anche attraverso numerose acquisizioni europee ed extraeuropee e che, come è normale che sia, ha avuto ed ha tuttora le sue ristrutturazioni, le sue annate di utile e di perdita a seconda delle società che si analizzano. 

    Emblematico del rischio-spezzatino è l’errore sul numero di dipendenti del “gruppo” in trentino, calcolati in un articolo dell’ Adige in quarantasei, dimenticando completamente  tre società - Diatex spa, Diatec Holding spa e radice srl che portano il numero effettivo a 102 (centodue).

    Per analoghe ragioni il capitolo Tecnofin, menzionato piu’ volte con dati certi ed ufficiali, ma parziali, rischia di essere misleading per il lettore. Nel titolare coloritamente “la Provincia socia di Mosna in Diatec", si diluisce la sostanza della vicenda: Tecnofin è stata ed è tuttora nel capitale Diatec Cles, ma in forma privilegiata ed a tempo determinato, per una operazione che risale al 1999. Un contratto blindato nei tempi e nei valori fa sì che Tecnofin abbia effettuato in sostanza un investimento finanziario garantito e remunerato, e non abbia certo compartecipato al rischio d’impresa del gruppo.  

    Vorrei rassicurare tutti su un fatto: come pianificato al momento della mia conferma come candidato, avrò cura di diffondere nel mese di settembre un quadro completo di contributi ed interessenze che hanno caratterizzato la mia carriera imprenditoriale: ciò è un requisito minimo di trasparenza nei confronti della coalizione che rappresento, e di tutti gli aventi diritto al voto. Questo è il motivo per cui non mi è sembrato opportuno, peraltro nei giorni di Ferragosto, dedicare energia a faticose ricostruzioni che hanno bisogno di un supporto puntuale ed esaustivo: non volevo certo negarmi alle sollecitazioni di stimati professionisti della carta stampata (e ora dell’editoria digitale), così come penso di aver sempre dimostrato a tutto lo staff di tutti i quotidiani locali indistintamente piena disponibilità a fornire le informazioni richieste .

    Dati completi alla mano, starà al lettore naturalmente, sulla base della propria obiettività e capacità critica, valutare l’entità di fatti e cifre, mentre sarà cura sicuramente del sottoscritto individuare la forma piu’ limpida, oltreché legale, per sgombrare il campo da conflitti di interesse tra la mia eventuale carica di Presidente e il ruolo di imprenditore che svolgo dal 1970.Concludo segnalando un punto nodale: non ho mai detto di non aver percepito contributi a norma di legge. Avendo iniziato la mia attività industriale in Trentino, ed avendo costituito le prime società sul nostro territorio, come tutti ho utilizzato talvolta strumenti messi a disposizione dal nostro ente pubblico, quando tali strumenti erano connessi ad investimenti con ricadute occupazionali e produttive sul territorio trentino, e ognuno rigorosamente nel solco di normative finalizzate a favorire sviluppo industriale ed infrastrutturale sul territorio. Ho affermato e ribadisco con fermezza una cosa ben diversa: il mondo è cambiato, e la Provincia non potrà rivestire il ruolo che ha svolto fino ad oggi, perché i numeri non lo permetteranno. In questo senso tutto il sistema trentino, imprese comprese, dovrà rinunciare a qualcosa per permettere la necessaria riallocazione tra spese correnti e/o “a pioggia” e investimenti strategici di lungo periodo. Lo snellimento della burocrazia, argomento citato in qualche articolo in maniera un po’ tendenziosa, è un paletto fondamentale per ridare olio ai meccanismi della macchina provinciale, valorizzando le importanti risorse umane dell’organico PAT.

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