Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    12 dicembre 2014

    Il Blog di Diego Mosna

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    Come tutte le decisioni importanti anche questa è stata difficile ma, tutto valutato e tutto soppesato, è giunto il momento di dire addio al Consiglio. Mi sono dimesso da consigliere e non l’ho fatto a cuor leggero perché sento, innanzitutto, il peso della responsabilità nei confronti di chi, 13 mesi fa, mi ha votato. Quindi lascio la politica non certo per voltare le spalle o, peggio, per tradire, chi mi ha dato fiducia ma, al contrario, per non tradire i valori in cui credo. Credo, alla luce della mia esperienza di vita, che il lavoro deve dare frutto; credo che il miglior modo per servire la comunità sia fare, creare, costruire, aiutare a crescere.

    Non voglio attaccare in maniera demagogica la politica. Sparare su tutto e tutti in modo indistinto. Certo non posso neppure nascondere la mia delusione. Delusione causata da atteggiamenti, vizi, anacronismi che, in questi mesi, ho avuto modo, diciamo così, di toccare con mano. Ma non me ne vado per questo. Ovunque, ci sono cose che non vanno o che non si condividono e un atteggiamento moralistico non porterebbe a nulla. Non mi ritraggo sdegnato, con atteggiamento aristocratico o, peggio, supponente, dalla politica. Non voglio aggiungere la mia voce al crescente coro di mugugni e improperi nei confronti della politica: me ne vado perché, semplicemente, penso di essere più utile altrove. Cioè in quello che so fare meglio: l’imprenditore e l’uomo di sport.

    Forse avrei dovuto avere più pazienza (me lo sono detto e ripetuto infinite volte in questi mesi) ma mi sono reso conto che non c’era alternativa alla mia solitudine.

    Quindi, poche lamentazioni, pochi rimpianti, ma un appello, quello sì, lo voglio fare. Ritengo che se questa nostra Autonomia non cambia radicalmente passo rischia di sparire o di venire fortemente ridimensionata. E cambiare passo, secondo me, significa prima di tutto semplificare i rapporti tra amministrazione e cittadini. A partire dal rapporto principale: quello tra politica e società. Se si continua (e su questo fronte le cose stanno peggiorando) a concepire il rapporto potere politico – cittadino prevalentemente come scambio, all’insegna del “piazerot”, e se, dall’altra, si guarda alla politica solo come un mezzo per avere vantaggi o elevarsi socialmente, non c’è futuro. Se si continua a considerare l’Autonomia come uno strumento di difesa dai cambiamenti (terreno sul quale anche le rappresentanze di categoria hanno grosse responsabilità); se non si capisce che la nostra esposizione d’immagine e mediatica ci costringe a confrontarci con orizzonti addirittura planetari (la vicenda Daniza insegna), se non si accetta il fatto che la competizione è, per qualsiasi territorio, globale, penso che il nostro futuro sarà grigio. Di quel grigiore che già in passato ha attanagliato più volte il Trentino, e il domani dei giovani sarà altrove.

    Ma questo scatto progettuale, che richiede anche entusiasmo, io non l’ho visto e non lo vedo. Non l’ho visto e non lo vedo da nessuna parte, men che meno da quella della maggioranza.

    Nessuna società è vissuta senza politica. Quindi, un rinnovamento di linguaggio, atteggiamenti, stili, prima o poi, s’imporrà per forza di cose. Ma i tempi e i modi di questa trasformazione dipendono, in una democrazia, dal grado di maturità dei cittadini. Per questo mi appello ai trentini (e dal momento che sono stato anche consigliere regionale ai nostri vicini sudtirolesi che stimo) perché si impegnino a vivere questa nostra terra come una sfida quotidiana al miglioramento. Che lo facciano sul lavoro, con i figli, nella cultura. Penso che ogni giorno trascorso senza imparare, e quindi senza migliorare, sia un giorno perso. Ciò vale per gli individui ma anche per le comunità, a maggior ragione se, come il Trentino e l’Alto Adige - Suedtirol, vogliono essere realmente autonome.

    Ringrazio chi mi ha votato, chi mi è stato vicino, chi ha condiviso con me le gioie e le frustrazioni di questi mesi. Ringrazio chi mi ha manifestato stima e chi mi ha criticato. Come ho detto, torno a fare quel che so fare meglio. Un abbraccio e un augurio al popolo trentino al quale appartengo con fierezza e orgoglio.  Perché come dicono gli americani: right or wrong it’s my country. Giusto o sbaglià l’è la me tera. 

     

    Grazie

    Diego Mosna

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