Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    16 ottobre 2013

    Il Blog di Diego Mosna

    1 Commenti

    Penso che anche sulla Regione i tempi siano maturi per avviare una nuova fase e che per farlo sia necessario rompere gli schemi.

    Ho letto, riportate sulla stampa, alcune frasi pronunciate da Arno Kompatscher, futuro presidente della Provincia autonoma di Bolzano, che condivido completamente. Cito: “la politica e la pubblica amministrazione non sono dei self – service per le lobbies e men che meno per i politici. Dobbiamo impegnarci esclusivamente per il bene comune”. E ancora: “La pubblica amministrazione non è nemmeno un catalogo dei desideri per i bisogni privati dei cittadini. Non dobbiamo illudere le persone di poter soddisfare subito ogni desiderio“. Il candidato presidente ha parlato inoltre di un ritorno al senso di responsabilità dei cittadini e della necessità dei politici di essere “più modesti e più umili”. Parole di cambiamento simili o addirittura identiche a quelle che io, con gli esponenti della mia coalizione, vado ripetendo in questa campagna elettorale decisiva per il futuro delle nostre comunità.

    Quindi, seppur partendo da condizioni generali e alleanze politiche diverse, arriviamo alle stesse conclusioni. Questo perché c’è l’evidente necessità, sia a Bolzano che a Trento, di un cambiamento. Cambiamento imposto dalla realtà, dai mutamenti sociali ed economici, da quelli introdotti dalla crisi. Siamo, insomma, davanti ad una svolta che ci è imposta dalla storia. Se non accettiamo tale svolta e governiamo, saremo costretti a subire.

    Se queste premesse, come penso, sono vere, c’è un luogo dove le esigenze di cambiamento delle nostre due realtà si possono incontrare: questo luogo è la Regione Trentino Alto Adige. Quest’ultima rappresenta sempre una sorta di tabù sia per l’Svp  che per il centro sinistra trentino, ed è stata ed è soprattutto una merce di scambio per le alleanze elettorali in vista delle politiche. Ma la realtà che stiamo affrontando ci dice forte e chiaro che trentini e altoatesini – sudtirolesi non possono più chiudersi nelle loro comode abitudini. Sempre Kompatscher ha parlato di Europa delle Heimat, “una cosa da fare assieme ai nostri vicini a nord e a sud”. Perfettamente d’accordo, ma una terra materna (o paterna), una Heimat appunto, che sa aprirsi e può nascere solo nel e dal popolo. E per farlo, dico al futuro presidente della Provincia di Bolzano, c’è bisogno di fare incontrare la nostra gente. C’è bisogno quindi, prima ancora delle soluzioni istituzionali, di un lavoro culturale tra, con e per le nostre due comunità. Una competenza che potremmo assegnare proprio alla Regione che, secondo me, dovrebbe ritrovare un ruolo, nobile e, tra l’altro, poco costoso, proprio nella cultura. A tutti i livelli: dal raccordo (già avviato dagli atenei) tra le politiche universitarie delle due Province autonome, a quelle sulla ricerca e scolastiche. Ma soprattutto alla Regione dovremmo assegnare il ruolo di facilitatore (in primo luogo sul piano linguistico) dei contatti tra le nostre due comunità. Il muro di Salorno va abbattuto nelle menti. Ma ci rendiamo conto che i nostri ragazzi incontrano i loro coetanei di tutta Europa (in vacanza/studio, con l’Erasmus, o semplicemente imbarcandosi in gita di piacere con un low-cost da 29 Euro in partenza da Verona o Bergamo), ma fanno fatica a incontrarsi con i ragazzi, non dico della Venosta, ma semplicemente di Egna che è qui a pochi minuti di strada, a poco più di un’ora di bicicletta?

    Insomma, proprio perché il cambiamento ci impone di trasformare la politica da sistema di controllo della società a stimolo e aiuto alla società e agli individui, dobbiamo riaprire il dialogo sul ruolo della Regione. Perché, come ha detto Kompatscher rivolgendosi ai sudtirolesi, anche a noi “non farà male imparare a gettare lo sguardo al di là dei bordi del nostro piatto”.

    Concludo col dire che, anche in questa campagna elettorale, non abbiamo trovato il tempo di confrontarci oltre Salorno sui temi che riguardano le nostre realtà, a partire dalla Regione. Lo faremo, al di là delle divisioni politiche, dopo il 27 ottobre.

    Diego Mosna

1 Commenti

marino simoni candidato pt Il: 20 ottobre 2013 alle 15:21:20Rispondi

marino simoni candidato pt

Benissimo caro Presidente, condivido ogn i parola di quanto hai sopra espresso. Questo è il modo dio ragionare di uno statista. Comunica urgentemente questi tuoi pensieri al popolo trentino che ha necessità di conoscere il tuo pensiero anche fuori dai blog. Un abbraccio e buon lavoro. Marino Simoni

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