Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    03 luglio 2014

    Il Blog di Diego Mosna

    1 Commenti

    Riporto in primo piano questo post di qualche mese fa che proprio ieri ha ricevuto un interessante commento a margine (lo trovate sotto). Mi fa piacere evidenziarvelo, a conferma di come l'argomento rimanga sempre molto sentito ed attuale. 

     

    Sulla prima pagina "Corriere del Trentino" del primo settembre  2014 sono state pubblicate una serie di mie riflessioni scritte sulla politica, che partono ricordando la figura di Paolo Oss Mazzurana. Di seguito riporto il testo completo.

    Nei giorni scorsi un mio amico, parlando della situazione del Trentino, mi ha ricordato la figura storica di un trentino purtroppo dimenticato: quella di Paolo Oss Mazzurana. Una citazione che sulle prime mi è sembrata più che altro un vezzo intellettuale o comunque non molto utile per affrontare i problemi che ci assillano. Poi ci ho ripensato e, a casa, ho ripreso in mano alcune pagine che lessi molto tempo fa su questo nostro illustre concittadino e che mi incuriosirono, anzi mi colpirono. Intendiamoci, non voglio certo paragonarmi ad un uomo che è rimasto nella storia del Trentino. Non aspiro certo a monumenti postumi né ad avere vie intitolate al mio nome. Anzi, penso che la politica abbia bisogno di umiltà. Ma ritengo anche che l’impegno politico abbia bisogno (soprattutto oggi) di riferimenti ideali e a uomini che sono stati esempi, anche dal punto di vista etico. Tra l’altro più mi addentro in questa esperienza politica più mi accorgo quanto sia indispensabile sentirsi parte di quella corrente che collega chi è stato ed è al mondo e chi verrà. La corrente, appunto, della storia, del filo che lega le generazioni.
    Ribadito quindi che non ho alcuna intenzione (sono in campo da troppo poco tempo, quindi la sindrome narcisistica della quale sono vittime molti politici non mi ha ancora colpito) di paragonarmi al grande sindaco di Trento della fine ‘800, vorrei però dire perché mi ispiro a lui. E lo faccio anche per cercare di far capire i perché profondi della mia scelta.
    Paolo Oss Mazzurana, prima di entrare in politica, (fu podestà di Trento dal 1872 al 1873 e dal 1884 al 1895 anno della sua morte) fu un imprenditore che ad un certo punto della sua vita sentì il bisogno di mettere al servizio di una comunità, allora marginale e poverissima qual era quella trentina, le proprie capacità. Mise, in buona sostanza, al servizio della sua gente (e dei suoi sogni) un’esperienza, di livello internazionale, acquisita sul campo. Seppe coniugare quindi la visione con la concretezza. Sentì la necessità di ridare alla sua terra quello che questa terra gli aveva permesso di avere e di fare. Insomma, fu uno dei primi imprenditori ad avere un senso sociale. Capì tra i primi (non a caso si ispirò alle esperienze sociali avviate dall’industriale Rossi a Schio) che il ruolo dell’imprenditore e quindi della borghesia, è nella sua natura migliore progressista. Realizzò, almeno in parte, le sue idee non attraverso la retorica politica ma con la pazienza delle opere. Cercò di scardinare la conservazione della nobiltà, degli interessi corporativi e politici, realizzando infrastrutture rivoluzionarie per allora, come la centrale elettrica sul Fersina che dotò Trento della prima illuminazione pubblica alimentata dall’energia elettrica; la Trento Malè e il disegno dei collegamenti tra il capoluogo e le valli; la rivoluzionaria nuova edilizia scolastica, l’attuale sede di Sociologia; il disegno urbanistico della nuova Trento; le prime case operaie di Piedicastello. Per realizzare queste sue idee, che allora apparivano ai più visionarie, forzò al massimo la macchina amministrativa del Comune, mettendo all’opera le persone migliori e motivando le energie più fresche e giovani, concretizzò insomma quella che oggi chiamiamo meritocrazia, e sfruttò fino al limite le possibilità giuridiche dello Statuto cittadino. Puntando quindi sull’orgoglio del saper fare da soli, autonomamente nonostante i veti, le difficoltà, i tagli finanziari, che allora Innsbruck e Vienna ci imponevano e oggi ci impone Roma.
    Certo, Oss Mazzurana dovette affrontare difficoltà e attacchi anche sul piano personale. Del resto si sa: se si intaccano privilegi e interessi consolidati si rischia. Non a caso il grande podestà di Trento ebbe nemici giurati in casa e ad Innsbruck, ma trovò consenso a Vienna (ricevette alte onorificenze dalle mani di Francesco Giuseppe) dove evidentemente, in un clima culturale più aperto, le sue idee e realizzazioni trovarono orecchi più attenti. Altro aspetto di questo che ritengo uno dei padri più veri della nostra piccola patria: egli fu un vero autonomista. L’ Autonomia la chiedeva, ovviamente, ad Innsbruck e a Vienna certo per difendere l’italianità del Trentino, ma ancor più per difendere la possibilità del nostro popolo di autogovernarsi, di affrontare il futuro con responsabilità e creatività. Quella creatività di cui abbiamo grandissimo bisogno nel Trentino di oggi.
    Non sono uno storico e quindi mi limito a questi pochi cenni sulla figura di Oss Mazzurana. Ma ritengo importante, nel vuoto di idee e, ancora di più, di radici culturali della politica odierna, recuperarne il messaggio, incarnarlo di nuovo, ovviamente in tempi radicalmente mutati. E penso che si possa onorare la memoria di questo grande uomo politico liberale e imprenditore ripartendo dall’impegno per la comunità, anche da parte di chi ha avuto responsabilità d’impresa; spingere sull’innovazione (e la sua centrale idroelettrica sul Fersina di allora, oggi, com’è facile intuire, è la ricerca); pensando ad uno sviluppo economico socialmente sostenibile perché se non si riesce a sostenere il reddito e a ridistribuire equamente la ricchezza non c’è futuro anche per le imprese; creando infrastrutture coraggiose che ci mettano all’avanguardia; liberando le energie delle imprese e quelle che sono, purtroppo, frustrate negli apparati della Provincia e nei comuni (non mi stancherò mai di ripetere che la prima vittima della burocrazia è il burocrate); conservando la bellezza, anzi incrementandola, della nostra terra per qualificare il turismo; alzando sempre di più il livello di preparazione della nostra gioventù, senza venir meno al dovere di educarla, prima di tutto alla fatica.
    Mi rendo conto che tentare di riportare al centro del dibattito idee e principi, dopo anni e anni di crisi della politica evidente anche in Trentino, è impresa ardua. Ma mi chiedo se possa esserci una politica che non parta proprio dalle idee e dai principi. Ecco perché, ripeto con umiltà, mi sono ricordato di un uomo che, seppur in un lontano passato, ha saputo tracciare un sentiero lungo il quale, a mio avviso, dobbiamo camminare ancor oggi se vogliamo dare e darci speranza.

1 Commenti

poier giuliano Il: 02 luglio 2014 alle 21:37:36Rispondi

poier giuliano

Dal 2009, e cioè da quando mi sono impegnato in Transdolomites per far emergere l'idea di una ferrovia melle valli dell'avisio, da subito mi sono imbattuto nella figura di Paolo Oss mazzurana, che quell'idea la aveva già avuta ben prima di noi e cioè già dal 1891.
La sua figura l'ho ben studiata, anche perchè i suoi progetti ferroviari più volte li ho portati in itinere in numerose mostre. Penso che la figura del "PODESTA'" non sia stata ben recepita dalla società trentina , se non da una piccolissoma parte elitaria. Ritrovarsi nella sua figura, nelle sue opere e nel suo pensiero certamente fa onore a qualsiasi persona che voglia mettersi in gioco nella politica. Ardimento, senso civico e del bene comune, grande visione del futuro dovrebbero essere le componenti essenziali di un politico che non solo tenda a governare l'esistente ma che si candidi a governare anche oer le generazioni future.
L'alta figura di Paolo Oss Mazzurana è lì per insegnarci la via, sta a noi seguirlo o rimanere nella mediocrità. L'imperatore Francesco Giuseppe si era fatto un auspicio: magari tutte le città dell'impero fossero governate da podestà capaci come l'Oss Mazzurana.!"
Poier Giuliano presidente il comitato "per non perdere il treno" Valle di Cembra

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