Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    04 ottobre 2013

    Il Blog di Diego Mosna

    1 Commenti

    C’è una categoria di lavoratori della quale, quando se ne parla, si parla male, anche da parte di chi è stato per anni e anni al governo del Trentino ed ha quindi avuto la responsabilità e la possibilità di cambiare le cose. Sto parlando dei dipendenti pubblici. Faccio una premessa che sintetizzo in una battuta: la prima vittima della burocrazia è il burocrate. E partendo da questa constatazione aggiungo che capisco benissimo l’amarezza di chi lavora nella pubblica amministrazione. L’amarezza di chi si sente spesso additato come un peso (o addirittura un parassita) e non una risorsa. Di chi ha voglia di fare e, troppo spesso, viene messo in condizioni di non poter fare. Di chi vorrebbe proporre idee ma si scontra con immobilismi e difese di rendite di posizione. Di chi vorrebbe muoversi ma si trova imbrigliato da troppe norme perlopiù incomprensibili. Di chi sente di valere e non può esprimersi. Di chi ha un senso delle istituzioni e vive il degrado dell’amministrazione con angoscia.

    Eppure la pubblica amministrazione (lo dico per l’esperienza diretta che ho fatto in paesi vicini a noi, con la nostra stessa cultura, come la Svizzera, l’Austria e la Germania) è vitale per ogni società. Del resto basta guardare alla storia trentina: se la nostra burocrazia è generalmente migliore rispetto a quella del resto del Paese è perché qui c’è una lunghissima tradizione di serietà. Sentiamo ancora i benefici di un passato, quello Asburgico, che ha lasciato in eredità al Trentino una mentalità che va riscoperta, rivalutata, rilanciata.

    Per questo voglio impegnarmi a introdurre una seria ed equilibrata meritocrazia negli organici della Provincia. Mi sono posto l’obiettivo di togliere tutte le rigidità che nella maggioranza dei casi servono solo a difendere comode rendite di posizione. Di portare le tante persone preparate e serie nei posti di responsabilità. Voglio, insomma, ridare ai dipendenti della Provincia l’orgoglio. L’orgoglio che deriva dalla consapevolezza che si è utili alla comunità, al servizio della comunità.

    Da trentino so che per la nostra gente la spinta morale è importante. Noi trentini siamo stati educati al senso del dovere. Ci sentiamo sereni solo se possiamo fare il nostro dovere. Anche per questo è giunto il momento di cambiare passo anche nella pubblica amministrazione. Un cambiamento che va realizzato assieme e non, come è stato fatto con la recente riorganizzazione, affidando le scelte ad esterni, a “consulenti” che non sanno nulla della nostra realtà. Appunto, la realtà. Una realtà che non ci dà scelta: la pubblica amministrazione deve fare di più con meno. Una sfida affascinante che ci obbliga a cambiare, ad essere migliori e quindi più felici del nostro lavoro e con il nostro lavoro.

    Diego Mosna

1 Commenti

Gino Pomella Il: 09 ottobre 2013 alle 10:05:27Rispondi

Gino Pomella

Giusta questa messa a fuoco che riguarda i "dipendenti pubblici" ed importante in quanto su questo grosso problema la coalizione di centrosinistra in vari modi cerca di influenzare gli stessi su questo tema in vari modi al solo fine di indirizzarli ad un voto espresso per "paura". Solo due sere fa infatti un dipendente della PAT sosteneva che "MOSNA" non si è mai posto questo problema, mentre il centro sinistra è una garanzia per loro. Ritengo che questo intervento di GROSSO SPESSORE chiarisca in modo netto come i dipendenti pubblici dovrebbero sentirsi responsabilizzati e quale sia il ruolo che da essi l'opinione pubblica aspetta. Per troppi anni infatti, molti cittadini sentono lontani gli stessi e questo tante volte proprio perché alcuni di loro non si sono messi al servizio del cittadino e della comunità. Solo chi lavora bene deve essere MERITEVOLE di considerazione e così solo chi lavora con responsabilità ha diritto ad occupare questi posti. Carissimo Candidato Presidente MOSNA, anche se lo ha già detto, lo riaffermi, che i pagatissimi "funzionari", quando maturano il diritto alla pensione, se ne vanno e non rientreranno dalla finestra con "contratti ad hoc". - Grazie.

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