Il Blog di Diego Mosna

  • Diego Mosna

    19 febbraio 2014

    Il Blog di Diego Mosna

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    Già avevamo “Porta a Porta” che viene definita addirittura la terza Camera del nostro sistema istituzionale e politico perché quello che viene detto (sempre superficialmente, tra l’altro) davanti alle telecamere di Vespa conta mille e mille volte più di quello che viene detto in Parlamento. Ora ce n’è un’altra di istituzione, anche questa, anzi ancor più della prima, completamente abusiva: il Festival di Sanremo.

    D’accordo, la competizione canora è un pezzo della nostra storia, al punto che c’è stato qualche studioso che ha ricostruito le vicende della storia recente d’Italia, attraverso l’analisi di Sanremo, ma quello che si è visto ieri sera è la spia evidentissima dello stato di degrado della politica e delle istituzioni in questo nostro Paese. Lettere di disoccupati lette da Fazio dopo che due operai senza speranza si sono arrampicati sulle strutture dell’Ariston minacciando il suicidio; l’attesa di una annunciatissima irruzione di Grillo che si è limitato a fare un comizio davanti al teatro (ho condiviso la sua analisi sulla Rai passata da strumento di crescita dell’Italia a una delle cause dei suoi mali e l’ormai drammatica inutilità del Parlamento); l’appello  delle mogli dei due marò (ai quali va naturalmente tutta la mia solidarietà). Insomma, una baraonda mediatica senza confronti, senza approfondimenti, senza ragionamenti. Turbini di parole e immagini che hanno sostituito completamente la politica e le istituzioni. Perchè se i disoccupati fossero stati ascoltati da una Commissione parlamentare nessuno (o pochissimi visto che le trasmissioni, anche quelle Rai, che si occupano di cosa avviene alla Camera e Senato sono quasi clandestine) avrebbe saputo della loro situazione; se le mogli dei nostri soldati avessero fatto una conferenza stampa nelle sedi istituzionali non avrebbero avuto l’eco che hanno avuto a Sanremo. Grillo fa il suo mestiere di capopopolo e quindi lasciamo perdere.

    Capisco, sfruttare un evento per farsi pubblicità è ovvio; capisco che chi protesta o chiede diritti approfitti delle Olimpiadi per far conoscere la causa per la quale lotta. Ma l’Italia è una democrazia. E una democrazia trova la sua essenza nelle istituzioni che rappresentano il popolo. Eppure sono proprio queste sotto accusa, sbeffeggiate dall’interno da una classe politica nella quale ci sono e ci sono stati troppi personaggi indegni, e dall’esterno. Sono attaccate da poteri che, attenzione, senza parlamenti tra i piedi potrebbero fare quel che vogliono.

    Attenzione, la democrazia è in crisi mortale. Eppure, lo dimostrano Paesi come gli Usa o il Regno Unito, è solo la democrazia, e quindi il rispetto delle sue istituzioni e del diritto che le fonda, che salva i popoli e gli stati. Attenzione, questo Paese, dove le regole del gioco sono state continuamente forzate, l’ultimo esempio è quello del licenziamento di Letta e della sua sostituzione con Renzi (non una parola su questo è stata detta in Parlamento), sta rischiando grosso. Anche per questo noi qui, nella nostra Autonomia, noi che stiamo dentro il Consiglio, abbiamo una responsabilità in più: quella di dimostrare che una democrazia può funzionare, dare risposte ai bisogni, essere un luogo dove prevale la ragione. Per questo ai trentini dico: non fatevi espropriare di questo bene che è vostro. La democrazia è come la salute, ci si accorge quanto vale solo quando manca.

     

    Diego Mosna

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